Inps, su controlli bonus covid applichiamo le raccomandazioni del garante della privacy

Ma giudizio e sanzione appaiono eccessivi. Difficile ora fare controlli massivi Inps prende atto della decisione del Garante in merito al caso dei controlli effettuatidall’Istituto sui beneficiari di bonus Covid, in particolare tra coloro che ricoprono incarichi politici, per i quali il Ministero del Lavoro ha poi indicato che i percettori di indennità assimilabili al lavoro dipendente non ne avessero diritto.
Nell’analisi e nei controlli effettuati, per i quali l’Istituto ha osservato integrale riservatezza, non sono stati utilizzati dati sensibili o anche dati che non fossero
visibili al pubblico. Cionondimeno, è stato deciso di perseguire l’Inps con una sanzione e ravvisare gli estremi di violazione dei criteri di privacy. L’Istituto, pur
ritenendo eccessivo l’impianto di giudizio complessivo, attiverà prontamente la valutazione di impatto richiesta e la cancellazione dei dati non necessari.
È opportuno rilevare che l’applicazione della privacy by design e by default – indicata dal Garante in ogni sua declinazione teorica come vincolante per tutte le
attività – può, per un Istituto che gestisce decine di milioni di prestazioni per lo Stato e i cittadini nella previdenza e nell’assistenza, creare nella pratica molte
incertezze nel funzionamento dell’amministrazione, che tende sempre più a gestioni automatizzate e digitali, e nelle sue legittime azioni di controllo massivo e di antifrode in tempi rapidi che uno Stato equo, efficiente ed agile richiede.