Il Governo sceglie la via del compromesso rimandando di fatto al prossimo anno l’approvazione definitiva di una riforma strutturale in grado di raccogliere le richieste delle parti sociali sul fronte pensionistico.
Vediamo insieme in che cosa consiste quota 102, quanti saranno i lavoratori coinvolti e quale impatto avrà.
Pensioni quota 102: 26.000 euro di importo e 16.000 i lavoratori coinvolti
È ormai certo che dal prossimo anno si potrà andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva grazie all’introduzione di quota 102.
I lavoratori convolti, secondo le stime della relazione tecnica della Legge di Bilancio, saranno 16.800 che saliranno a 23.500 nel 2023 per poi ridursi a 15.100 nel 2024 fino ad arrivare a 1.000 assegni erogati nel 2026.
L’impatto complessivo della misura sui conti pubblici, nei prossimi 4 anni, è stimato in 1,6 miliardi di euro a fronte di una riduzione della spesa, già nel 2024, di 1,8 miliardi grazie al superamento di quota 100.
Sempre secondo quanto riporta la relazione, l’assegno medio corrisposto permetterà di percepire un reddito medio pari a 26.000 euro annui in totale.
Pensioni quota 102: il confronto resta aperto ma arrivano delle conferme
Il Governo, trovato il compromesso, ha già convocato i sindacati per avviare un tavolo di confronto sugli interventi da adottare in campo previdenziale nel 2023 verso la definitiva adozione del sistema contributivo.
Il confronto resta quindi aperto ma il Governo ha confermato sia la proroga definitiva di un anno per l’Opzione donna con i requisiti attuali (35 anni di contributi e 58 anni di età) che il prolungamento, sempre per 12 mesi, dell’Ape sociale in versione “estesa” con l’inclusione di nuove categorie di lavoratori che rientrano nelle categorie considerate “gravose”.
L’esecutivo guidato da Mario Draghi ha infine confermato il rifinanziamento del Fondo per le uscite anticipate dal lavoro per le piccole e medie imprese in crisi con una dote di 150 milioni di euro.